Nella Bibbia, in particolare nel Deuteronomio, al popolo di Israele viene promessa, dopo la fuga dall’Egitto, una nuova terra. Il Signore enuncia anche le regole a cui Israele si dovrà attenere durante la conquista di Canaan (la Palestina, dal 1948 invasa ed occupata dall’entità sionista): sterminio, distruzioni, riduzione in schiavitù e tributi attendono i popoli vinti. Ieri come oggi.
Solo gli alberi da frutto si salveranno: “Non abbattere gli alberi a colpi di scure perché ne potrai mangiare il frutto… sono forse degli uomini gli alberi della campagna, perché tu li debba trattare come degli assediati?” (Deuteronomio, 20-19). Sempre nel Deuteronomio, viene emesso l’ordine di sterminio, realizzato ieri come oggi… “Quando il Signore, Iddio tuo, ti avrà fatto entrare nella terra alla quale sei diretto per prenderne possesso, e ne avrà cacciate d’innanzi a te molte nazioni” (D, 7-1), “e quando il Signore, Iddio tuo, te le avrà date in potere e tu le avrai sconfitte, dannale allo sterminio, non venire a patti con loro e non concedere loro grazia” (D, 7-2). Ieri come oggi…
Quanto ai matrimoni misti, “non imparentarti con loro, non dare le tue figlie ai loro figli e non prendere le loro figlie per i tuoi figli…” (D, 7-3). Ieri come oggi…
E di nuovo ieri come oggi le raccomandazioni relative alla cultura religiosa dei cananei (palestinesi) e all’atteggiamento da assumere nei loro riguardi.
“Ma trattali così: demolite i loro altari, spezzate i loro cippi, abbattete le loro Asceroth, date alle fiamme i loro idoli…” (D, 7-3).
E ancora: “Distruggete tutti i luoghi nei quali quelle nazioni a cui voi ora ne toglierete il possesso hanno servito ai loro dei, sopra i monti e sopra i colli, o sotto ogni albero frondoso” (D, 12-2). “Abbattete i loro altari, spezzate le loro statue, incendiate i loro boschi, fate a pezzi i simulacri dei loro dei, cancellate il loro nome da quel luogo” (D, 12-2). “Distruggi dunque tutti i popoli che il Signore, Iddio tuo, ti dà: non si impietosisca il tuo occhio per loro…”(D, 7-16). E sempre più chiaramente ieri come oggi: “Quando ti avvicinerai ad una città per combatterla, chiamala prima a trattative di pace”(D, 20-10): “E se ti risponde pace e ti apre le porte, tutto il suo popolo ti sia tributario e soggetto” (D, 20-11). Ma se la città (Gaza?) resiste, “se essa non vuol far pace con te, anzi attacca e fa guerra, assediala” (D, 20-12). “Il Signore, Iddio tuo, te la darà nelle mani, e allora metti a fil di spada tutti i maschi” (D, 20-13). “Ma le donne, i bambini e il bestiame e tutto ciò che sarà nella città, tutto quanto il bottino, portalo via con te e goditi del bottino dei tuoi nemici” (D, 20-14).
Ieri, dunque, per molti versi, era senz’altro “meglio” (si fa comunque per dire!) di oggi…
La sorte dei popoli di Canaan (Palestina)? Sterminio completo!
“Fa così a tutte le città, che sono molto lontane da te, e che non sono città di queste genti.” (D, 20-15). “Però nelle città di questi popoli che il Signore Iddio tuo ti dà in retaggio non ci lascerai anima viva” (D, 20-16).
Ieri come oggi…
di Luca Ariano